“Esplorare la materialità e potenziare la diversità”
Wendy Andreu è una designer visionaria con sede a Parigi, Francia. Il suo lavoro trascende i confini tradizionali, abbracciando i regni dell'oggetto, dell'arredamento e del design della moda, il tutto puntando i riflettori sulla ricerca sui materiali all'avanguardia e sulle tecniche innovative.
In questa intervista, approfondiamo il viaggio di Wendy, a partire dalla fondazione di uno studio di design sette anni fa, prima a Eindhoven e poi nel polo artistico di Parigi. Il suo background accademico, un mix unico di lavorazione artigianale del metallo e una laurea in design presso la prestigiosa Design Academy di Eindhoven hanno aperto la strada al suo approccio distintivo al design.
Il lavoro di Wendy riflette un profondo impegno verso la responsabilità, non solo nel suo processo creativo ma anche nell'impatto dei suoi progetti sulla società e sull'ambiente. Discute l'importanza della credibilità, della professionalità e dell'integrità nel mondo del design, in particolare per le donne nel settore.
Unisciti a noi mentre esploriamo la visione di Wendy Andreu per un'industria del design inclusiva, i suoi sogni di un futuro più equo e il suo approccio innovativo alla creazione di lusso da materiali non convenzionali. Questa intervista offre uno sguardo nella mente di una designer il cui lavoro è pronto a plasmare il futuro del design.
Puoi raccontarci del tuo percorso nel settore dell'arte e del design? Come sei arrivato dove sei oggi?
Ho avuto il privilegio di fondare il mio studio di design sette anni fa, inizialmente a Eindhoven e in seguito a Parigi. Il mio background accademico è un mix di artigianato del metallo alla Boulle School e una laurea in design alla Design Academy di Eindhoven, nei Paesi Bassi. Queste due esperienze formative hanno plasmato la mia attuale carriera, che è incentrata sulla sperimentazione per l'innovazione, utilizzando vari materiali e tecniche. La mia curiosità mi ha sempre spinto a esplorare il potenziale di ogni materiale.
Oggi, il mio lavoro consiste di due aspetti principali: un approccio lungimirante in cui sviluppo nuove idee e un approccio su misura in cui mi occupo delle esigenze specifiche dei miei clienti. Il primo informa il secondo, consentendo la realizzazione di progetti innovativi.
Come gestisci la responsabilità nel tuo processo creativo?
Creare qualcosa di nuovo è sempre una sfida entusiasmante. Vendere concetti che non esistono ancora ai clienti aggiunge un ulteriore livello di sfida. Come designer, è fondamentale dimostrare la credibilità della nostra creatività, soprattutto come donna. Pertanto, do grande importanza alla professionalità e all'integrità in tutti i miei progetti, il che accresce il rispetto nel nostro campo.
Come designer, abbiamo tutti una responsabilità nei confronti del mondo: quale sarà il destino dei pezzi che progettiamo? Credo che l'artigianato, al contrario dell'industria, consenta la creazione di oggetti unici e ad alto valore aggiunto. La mia scelta di lavorare con fornitori e artigiani locali, principalmente donne di Parigi, è un modo per me di dare un contributo positivo alla mia comunità e promuovere l'inclusività.
Come vedi l'evoluzione futura in un mondo di design inclusivo?
La mia speranza è che l'industria smetta di rivendicare l'inclusività senza praticarla. Sono necessari progressi, come dimostrano le recenti selezioni quasi esclusivamente maschili all'ultima PDW. Per un vero cambiamento, è essenziale che i decisori e i mecenati si impegnino ad acquisire opere di designer sottorappresentati.
Sogno un futuro in cui l'uguaglianza di genere sia la norma, con donne che conducono workshop nelle scuole di design. Tuttavia, la chiave sta nell'emancipare le donne femministe (o individui non binari) a posizioni di potere, poiché portano una visione ambiziosa di inclusività. Gli studenti di design hanno bisogno di modelli femminili stimolanti per costruire la loro sicurezza e prosperare in questo campo. Infine, è tempo di integrare le donne nei corsi di storia dell'arte e del design e smettere di ignorarle negli abbinamenti tra artisti e designer.
Quali sono i tuoi obiettivi come designer?
Ciò che mi interessa del design è la sua versatilità. Sono fortunato a lavorare su progetti diversi, che spaziano dalla produzione di oggetti alle installazioni artistiche al design industriale. Il mio obiettivo costante è innovare e creare costantemente qualcosa di nuovo.
Il mio sogno più grande sarebbe quello di fondare una scuola di artigianato accanto alla Boulle School, dove gli studenti imparino a trasformare materiali riciclati. L'idea sarebbe quella di ripensare al modo in cui i materiali vengono reperiti, considerandoli come risorse preziose ricavate dai rifiuti. I designer di domani devono essere in grado di creare utilizzando queste abbondanti risorse di scarto.
Con chi ti piacerebbe lavorare?
Amo lavorare per le case di moda perché mi piace tradurre l'identità di un marchio in una proposta di design. L'industria della moda mi ispira molto e Parigi, in particolare, offre uno sfondo dinamico per il mio lavoro. Il mio obiettivo è continuare a creare oggetti di lusso utilizzando materiali non convenzionali, che provengano dall'industria o dai suoi scarti.
Come ti mantieni motivato e ispirato nel tuo lavoro? Ci sono rituali o routine specifiche che segui?
Amo il mio lavoro e la mia motivazione deriva dalla mia passione per la creazione. Per restare ispirato, viaggio spesso e trovo ispirazione nel Southwest. Mi piace visitare mostre e restare sempre aggiornato sulle novità artistiche e culturali. Anche gli sport fanno parte della mia routine per mantenere la mia energia e creatività.
Mi sforzo di restare fedele ai miei valori mentre mi evolvo con la nostra società. Il mio obiettivo è restare autentico mentre sviluppo idee che si allineano a questi valori.